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NEOLITICO
La
presenza dell'uomo si intensifica nell'epoca postglaciale,
nel periodo Mesolitico (X-VI millennio a.C.), anche se con
un patrimonio culturale più involuto o arretrato e
quasi del tutto privo, per esempio, del ricco patrimonio tecnologico
ed artistico (strumenti litici foliati, bifacciali con ritocchi
molto fini e raffigurazioni di animali incise su ciottoli)
caratteristico delle precedenti fasi del Paleolitico Superiore,
presente in alcune grotte veronesi.
E' però solo dopo l'acquisizione della cultura Neolitica
- che introduce la prima conoscenza del concetto di agricoltura
e la produzione, l'uso di vasellame in terracotta e che inizia
a interessare l'Italia settentrionale nel corso della seconda
metà del V millennio a C., irradiata dalle culture
agricole dette coste mediterranee - che si formano i primi
piccoli stanziamenti, più o meno stabili e duraturi,
anche nell'area delle colline moreniche.
La possibilità di poter disporre di una produzione
alimentare abbastanza regolare e svincolata dai risultati
giornalieri della caccia e della raccolta sporadica, fecero
sì che, anche per la possibilità di cuocere
una maggior varietà di cibi anche vegetali in recipienti
ceramici, la dieta abituale dell'uomo preistorico si arricchisse
in termini vitaminici e proteici, diminuisse la mortalità
specialmente infantile, fosse possibile uno svezzamento più
precoce e, in pratica, iniziasse quello sviluppo demografico
che nell'arco di poco più di un millennio determinerà
il nascere di innumerevoli insediamenti in tutta l'Italia
settentrionale ed il fiorire di una serie di aspetti culturali
locali assai ben differenziati tra loro.
Anche nell'area delle catene collinari alto mantovane e nelle
sue piccole valli sono state individuate le tracce di alcuni
modesti insediamenti, presso Cavriana e Solferino e su un
colle che si affaccia su Castellaro Lagusello, che documentano
la presenza di genti neolitiche a partire dalle primissime
fasi della neolitizzazione fino agli inizi del III° millennio
a.C..
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Neolitico
- Cultura del Vaso
a Bocca Quadrata.
Forme vascolari e decorazioni incise.
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Cavriana
- loc. "Galeazzo".
Ascia neolitica, levigata, in anfibolite d'lvrea.
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Solferino
- Cultura del Vaso a Bocca Quadrata. "Pintadera",
tampone in terracotta per decorare.
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Si
tratta di pochi frammenti di vasellame e di qualche strumento
litico che per le loro caratteristiche sono però sufficienti
ad informarci sui periodi di frequentazione e sul patrimonio
culturale in possesso degli abitatori della zona, nonché
sui contatti e gli scambi che potevano avere con altri gruppi,
considerando che ormai tutta l'Italia settentrionale e dai
Piemonte al Carso triestino e dalle Alpi al Po era assai intensamente
popolata e che fiumi, laghi e monti non rappresentavano più
un ostacolo, ma piuttosto vie di comunicazione o punti di
riferimento costanti e sicuri.
Si crearono veri e propri "itinerari" che consentirono
pian piano la nascita di rapporti "culturali" anche
con aree geografiche d'OItralpe.Tra i primi secoli del terzo
millennio a.C. e l'inizio del secondo si assiste ad un ulteriore
e progressivo evolversi delle comunità tardoneolitiche
e, proveniente dal vicino Oriente, si diffonde la conoscenza
e l'uso del rame.
Dapprima l'impiego di strumenti metallici in rame puro, generalmente
lame ottenute per battitura di rame nativo, è sporadico
e non influenza molto il genere di vita, ancora sostanzialmente
basato sugli schemi economici neolitici, ma ben presto, con
l'intensificarsi dei rapporti di interscambio che ormai interessano
praticamente l'intera Europa continentale, si determina una
rapida accelerazione dei processo evolutivo che, attraverso
gli orizzonti culturali eneolitici (cultura di Remedello e
cultura del Vaso Campaniforme) porterà, nel giro di
due-tre secoli, ad una profonda modificazione del sostrato
culturale padano.
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